sabato 11 agosto 2012

Salute femminile: la rivoluzione della ricerca di genere è ormai una realtà

Con circa mille i medicinali in sviluppo nel mondo per le malattie ginecologiche e per quelle che colpiscono una parte consistente dell’universo femminile quali, ad esempio, il diabete, le patologie tumorali, muscolo-scheletriche e autoimmuni, è in atto una vera e propria ‘rivoluzione’ nella ricerca farmaceutica che mira a mettere al centro le differenze di genere. Questo quadro di positività è emerso nel corso è stata la presentazione del libro 'La salute della donna - un approccio di genere', curato dalla farmacologa Flavia Franconi e promosso da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna) in collaborazione con Farmindustria. 
Uno degli obiettivi della medicina del Terzo Millennio è infatti la cura personalizzata, che necessariamente deve considerare le categorie di Pazienti, prima di arrivare alla singola persona. Dal 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede che l’integrazione delle considerazioni di genere nelle politiche sanitarie diventi pratica standard in tutti i suoi programmi. Oggi la medicina di genere si trova in una fase che vede impegnate molte aziende farmaceutiche in un percorso virtuoso di sviluppo di medicinali ‘ad hoc’ per l’universo femminile. 
La ricerca, innanzitutto: “Con una speranza di vita che supera quella maschile di quasi 6 anni – spiega Sergio Dompé, Presidente Farmindustria – le donne rappresentano circa la metà della popolazione nei Paesi avanzati. Se una bambina nasce oggi, infatti, ha buone probabilità di vivere fino a 100 anni. Risultati che possono essere attribuiti, oltre che al progresso economico e sociale, per il 40% alla ricerca farmaceutica. Una ricerca in mano alle donne – il 52% del totale occupati nella R&S – che incidono significativamente sull’attività delle imprese, sempre più attente alle differenze di genere e a terapie mirate. È importante quindi sostenere attività come quelle di O.N.Da che da tempo promuove in Italia, con professionalità e determinazione, una cultura di genere nella Salute e nella Società. E Farmindustria anche quest’anno non poteva mancare”. I risultati della ricerca si proiettano poi nel miglioramento delle condizioni di vita comune: “La medicina di genere – afferma Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – è adesso anche un obiettivo di sanità pubblica. Comprendere il diverso meccanismo di funzionamento dei farmaci in uomini e donne significa avere cure più appropriate e quindi ottimizzare i risultati, ma anche i costi per il Servizio Sanitario Nazionale”. Le esigenze di innovazione scientifica e di ridefinizione dei processi di sanità pubblica muovono da una oggettiva condizione di problematiicità della salute femminile: “Le donne – sottolinea Francesca Merzagora O.N.Da – vivono più a lungo degli uomini, ma si ammalano di più ed hanno un maggior numero di anni di vita in cattiva salute. Nel nostro Paese la disabilità femminile è circa doppia in confronto a quella maschile; la prevalenza di patologie psichiatriche, ad esempio, nelle donne è del 7,4% e del 3,1% negli uomini, oppure l’osteoporosi del 9,2% e 1,1% nelle donne e negli uomini, rispettivamente"

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